Impianti post-estrattivi

L’ implantologia è quella branca dell’odontoiatria il cui obiettivo è ristabilire la funzione e l' estetica attraverso l’inserimento, nelle ossa mascellari, di radici dentarie artificiali chiamate impianti, sui quali vengono poi cementate o avvitate delle protesi.

L’ implantologia post-estrattiva si prefigge lo stesso scopo, con la particolarità che il medico dentista inserisce l’impianto subito dopo l’estrazione del dente malato.
In seguito alla perdita dei denti si verifica nella sede interessata, inevitabilmente, un riassorbimento delle ossa mascellari e durante il primo anno dopo la perdita del dente è di circa il 50% dello spessore iniziale dell’osso; addirittura i due terzi di questo riassorbimento sono concentrati nei primi 3 mesi dopo la perdita del dente. 
In passato l’approccio tradizionale prevedeva l’attesa di 6-12 mesi dal momento dell’estrazione del dente prima all’inserimento di un impianto endosseo. Ricerche nel campo odontoiatrico hanno dimostrato che per ridurre al minimo questa perdita di osso, è consigliabile inserire gli impianti subito dopo l'estrazione dei denti, proprio come suggerisce la metodica dell’implantologia postestrattiva.

I vantaggi per il paziente sono fondamentalmente tre:
- preservare l’osso dal riassorbimento;
- minore trauma per l’osso e la gengiva, dato che l’impianto è inserito nell’alveolo, o più semplicemente nel "buco" lasciato dal dente estratto;
- riduzione della durata totale del trattamento. 

Infatti non incidendo e non scollando le gengive, queste guariscono in minor tempo e posizionando immediatamente l’impianto, questo viene incorporato prima dalle ossa mascellari del paziente, riducendo il tempo globale della terapia.
Come in tutte le branche della Medicina, prima di poter decidere se un paziente possa essere sottoposto o meno ad un trattamento implantare, è fondamentale effettuare un’approfondita visita odontoiatrica che comprenda un’accurata anamnesi e un adeguato esame obiettivo.